'In un pomeriggio di fine estate, seduto in riva all'oceano, osservavo il moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro, quando all'improvviso ebbi la consapevolezza che tutto intorno a me prendeva parte a una gigantesca danza cosmica. Essendo un fisico, sapevo che la sabbia, le rocce, l'acqua e l'aria che mi circondavano erano composte da molecole e da atomi in vibrazione, e che questi a loro volta erano costituiti da particelle che interagivano tra loro creando e distruggendo altre particelle. Sapevo anche che l'atmosfera della Terra era continuamente bombardata da una pioggia di «raggi cosmici», particelle di alta energia sottoposte a urti molteplici quando penetrano nell'atmosfera. Tutto questo mi era noto dalle mie ricerche nella fisica delle alte energie, ma fino a quel momento ne avevo avuto esperienza solo attraverso grafici, diagrammi e teorie matematiche. Sedendo su quella spiaggia, le mie esperienze precedenti presero vita; «vidi» scendere dallo spazio esterno cascate di energia , nelle quali si creavano e si distruggevano particelle con ritmi pulsanti ; «vidi» gli atomi degli elementi e quelli del mio corpo partecipare a questa danza cosmica di energia; percepii il suo ritmo e ne «sentii» la musica; e in quel momento seppi che questa era la danza di Shiva, il Dio dei Danzatori adorato dagli Indù.'
Questa è una citazione da un libro che è il Tao della fisica.
Lo so, le citazioni possono essere noiose, ma non per me, che anziché spremermi la chiorbina, scopiazzo dalle pagine di qualcun altro.
Quando leggo queste cose e ne leggo molte ultimamente, sarei tentata di dire 'ma che senso ha fare le mie piccole cose, quando tutto è troppo più grande di me?'
Ma poi capisco che è vero il contrario.
Che sono parte di questo tutto e che voglio partecipare a questa danza cosmica, ma anche questa è una sciocchezza da dire, perché io, che lo voglia o no, sto già partecipando a questa danza cosmica. L'unica cosa è farlo con più o meno consapevolezza.
Continuare a vivere pensando che il mondo sia tutto qui, in quel che i miei piccoli occhi, beh, in realtà non sono tanto piccoli, ma miopi sì, che i miei miopi occhi vedono, sarebbe da stupidi.
E io non voglio sentirmi stupida.
È ovvio, che la gran parte di tutto è in quel che non si vede. Questo vale per il mondo fuori e per quello dentro e non esiste viaggio che abbia un senso senza questa consapevolezza.
Inoltre, so anche che ogni mia azione sarebbe sterile se non comprendessi che il mio mondo interiore ne è partecipe, per non dire artefice.
Insomma, affannarsi a costruire mondi senza intraprendere un viaggio interiore, è privo di senso.
Non soltanto.
Il viaggio interiore può essere così strabiliante, che ci si potrebbe perdere in esso senza avere più voglia di venirne fuori.
Quel che voglio dire è che c'è qualcosa di più, che è in quel che non si vede e che non è per niente irrilevante.
E che io voglio partecipare a questa energia cosmica, anche perché non esiste danza che possa lasciarmi indifferente.
Cosa accadrebbe se con le mie azioni reali entrassi a far parte di questa enorme danza?
Non oso immaginarlo.
Perché non si tratta di arrendersi di fronte alla grandezza e farsi da parte, intimoriti, ma al contrario, si tratta di starci totalmente dentro.
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