Saturday, April 30, 2016

Cronaca di un rebound.

Alla fine quel che temevo o, più probabilmente, speravo, è giunto. 
L'effetto rebound, detto anche anti british.
Non è giunto con un'aggressione improvvisa, come fa a volte, ma con un effetto lento e quindi un po' subdolo, come fa la marea quando sale piano e te ne accorgi solo quando lo scoglio che prima vedevi, scompare.

Ore 14.00
Bene, eccomi qui. Ho fatto la lezione, che poteva andare meglio ma anche peggio, sono tornata a casa e anche se c'è un sole splendente, io non me ne interesso, perché ora mi metto qui, buona e diligente e scrivo. Nulla potrà distogliermi, sarò inamovibile come il dente nella mascella di un caimano.

Ore 14.10
Perché? Ci sono dubbi? Mi sento volenterosa come non mai.

Ore 14.30
Non sarebbe meglio provare prima a disegnare un po', ripassare poi la mia canzoncina perché si sa, le note vanno e vengono e forse lavarmi i capelli, perché mettersi al lavoro puliti e ordinati è importante? Ma no, lavoro e basta, perché mi sento rigorosa. Eh eh!

Ore 14.40
Certo che i capellini puliti sono bellini e a lezione ho sudato. Ma sì, meglio lavarli, tanto che vuoi che sia una mezz'oretta in più o in meno.

Ore 15.10
Ecco, ora sì che la condizione è perfetta. Lo sapevo che con questa banale operazione avrei risolto tutti i miei problemi, a volte basta veramente poco. Ora mi infilo le cuffie, comincio e non mi fermo più. Vado a prenderle.

Ore 15.20
Uh! Queste qui non vanno bene, mi spiaccicano i capelli appena lavati e ancora umidi. Non sia mai fatto! Mi servono le altre, gli auricolari, vado a prenderli e prima rimetto a posto queste perché sono una talpa molto precisa. 

Ore 15.30
Queste sì che vanno bene. Vediamo un po' quale playlist scegliere... ecco questa.

Ore 15.40
Mmmm, no questa musica non va bene, scegliamo quest'altra.

Ore 15.50
Uff, cosa ha oggi la mia musica che non va? Per caso qualcuno ha messo le zampe nelle mie playlist, perché non mi parevano così, erano bellissime ieri. Deve essere stata quella scellerata di TT che non tiene mai le mani a posto.

Ore 16.00
Ma questa sedia è sempre stata così dura? Eppure c'è il cuscino. E il tavolo, quando è cresciuto? Non credevo che anche gli oggetti avessero l'ormone della crescita. Ma guarda un po', non si finisce mai di fare scoperte.

Ore 16.10
Come faccio ad abbassarlo? Mica posso scrivere così. Ma come diavolo ho fatto gli altri giorni? A volte mi stupisco di me stessa. 

Ore 16.20
Certo che è parecchio splendente oggi il sole.

Ore 16.30
Oggi non ho preso il cappuccino e forse neanche ieri e forse neanche l'altro ieri. Oddio, forse sono mesi che non bevo un bel cappuccino. Sarò malata? Cosa mi sta succedendo?

Ore 16.40
Mmmm, la mia scrittura mi sa che ha qualcosa che non va, non mi torna niente e forse devo rivedere un po' di cose. Il metodo soprattutto, no, così non funziona.

Ore 16.50
Non sarà il caso che mi fermi un po' a riflettere, a fare il punto? Ogni tanto va fatto il punto, è inutile andare avanti come i cavalli. La riflessione è necessaria, certo, meno male che l'ho capito prima che fosse troppo tardi. Sono un genio. Perché non oggi, perché non ora? Ma certo, è il momento giusto!

Ore 17.00
Però, visto che devo prendere una penna, aprire il mio quaderno e riflettere, perché stare in casa? Perché non unire l'utile al dilettevole? Perché non farlo in un bel posticino, davanti a un bel cappuccino, così faccio anche due passi nel sole, che il sole fa bene a tutti e non importa se in genere non lo sopporto.

Ore 17.20
(la talpa si sta già precipitando giù dalle scale. Raramente le ha fatte così velocemente. Esce dal portone e è come se d'improvviso il mondo si fosse illuminato. La talpa non capisce più niente e soprattutto neanche ricorda dove fosse fino a venti minuti prima)
Ah, ecco! Questo è proprio quel che mi ci voleva.

Ore 17.40
(al bar)
Un cappuccino grazie!
Ora apro il mio quaderno, però prima aspetto il cappuccino, perché non è bello farsi trovare coi quaderni sul tavolo.

Ore 17.50
Che fantastico cappuccino. Ne bevo prima un po' e poi comincio, perché un cappuccino va onorato come se deve, mica con una penna in mano.

Ore 18.00
Ecco. Però prima leggo un po', perché in fondo questa è l'ora di svago e posso fare quel che voglio e poi la lettura serve sempre, chissà che non trovi qualche spunto fondamentale per il mio lavoro, del resto scopiazzare un po' non ha mai fatto male a nessuno.

Ore 18.10
Ecco, lo sapevo io. Cosa scrivo a fare se questi qui dicono che quel che cerchiamo di rappresentare con le parole sono solo stupidi concetti, che non hanno niente a che vedere con l'esperienza. Lo sapevo io.

Ore 18.20
Ma in fondo, a che serve fare il punto? Perché devo fare una cosa che non ho mai fatto? Funzionava tutto bene anche senza, credo sia una cosa inutile, anzi, a pensarci bene, credo possa essere addirittura dannoso. I punti, per definizione, inibiscono e io sono contraria alle inibizioni.

Ore 18.30
No no, meno male che mi sono ravveduta giusto in tempo. L'ultima cosa da fare, è proprio  il punto. Devo solo aprire il computer e scrivere, ma quale punto. Ecco riprendo il libro e bevo il cappuccino. Finalmente un po' di pace.

Ore 19.00
Ora posso fare due passi prima di tornare a casa. Per scrivere è troppo tardi, per fortuna. 

No comments:

Post a Comment