Sunday, April 10, 2016

I perché.

Alla festa delle topolone e delle fisarmoniche, oltre a scoprire di essere un brutto anatroccolo, ho scoperto di essere una talpa priva della domanda fondamentale. Perché.
Ero appena giunta nella casa e nel salotto, in un angolo, troneggiava una scultura. Io ne sono stata attratta e siccome quando dovrei stare zitta parlo e viceversa, ho esclamato 'che bella questa scultura, mi piace un sacco'. Il che era vero, ma non avevo tenuto conto di due cose. La prima era che lo scultore era ancora vivo nonché presente nella dimora. La seconda era che ce l'avevo dietro e io non lo sapevo, perché ancora non avevo fatto la sua conoscenza. L'importuno autore dell'opera subito chiede 'Perché?' e di fronte al mio sguardo sbigottito precisa 'perché ti piace?'
Questo fatto spiacevole l'avevo rimosso e purtroppo ha deciso di tornare alla mia coscienza poco fa, mentre lavavo la tazza della mia adorata colazione. Ce l'hanno il brutto vizio di tornare a galla, i fatti spiacevoli.
Perché.
Se in quel momento fossi stata seduta su una sedia, collegata, attraverso numerosi elettrodi, a una macchina della verità, credo che sarebbe esplosa. E subito dopo sarei stata rinchiusa in gattabuia, giusto perché una che a una domanda così semplice riesce a provocare una tale alterazione dei sensi, da mandare in tilt ogni sistema di misurazione, qualcosa da nascondere ce l'ha di sicuro e altro non può essere che una delinquentella, con chissà quali piani oscuri. Quindi gattabuia e gettare via la chiave, come del resto avevano già detto i gendarmi qualche tempo fa.
Io ce l'avevo una risposta sincera e era 'ma che ne so perché, mi piace e basta', invece ho iniziato a balbettare un mucchio di cose tipo il dinamismo della forma, e l'anomalia di non so che, e la stranezza della cosa e boh, neanche me lo ricordo. Lui poi ha detto 'l'asimmetria'. Ah, quella era la risposta esatta, l'unica cosa che io non avevo notato. Ma ammesso pure, perché mi sarei dovuta affezionare proprio a quell'asimmetria? In realtà dopo una settimana credo di avere capito che il motivo per cui mi piaceva era che rappresentava due lottatori di sumo (cosa che mi ha detto la figlia dopo perché io non l'avevo capito), ma uno era come sospeso nel vuoto. Quindi credo sia la leggerezza quel che mi è piaciuto di quella scultura. Ma se non ci fosse stata tutta questa confusione io al perché mica ci avrei pensato e non sono sicura di averlo trovato, perché quando lo devi trovare per forza, anche a distanza di una settimana, vai a sapere se è quello giusto o se ti dai una risposta solo per non sentirti cretina.
Dopo questo episodio dimenticato e ora, ahimè, ricordato, ho capito che 'perché' è una domanda che non mi faccio quasi mai. Se sia grave, se io sia priva di una domanda fondamentale, non lo so. Mi pare di aver vissuto abbastanza bene senza, finora, o forse ho vissuto bene proprio perché ne sono priva, perché avere la testa vuota aiuta, tutti lo sanno.
A fronte di questa scoperta la mia decisione non è di cominciare a farmi la stupida domanda, che tra l'altro a me occorre sempre un sacco di tempo per trovare le risposte, perché sui due piedi mi va sempre in pappa quel poco di cervello che ho, ma ho deciso che mai più andrò a vedere opere di artisti viventi e se per caso mi dovesse capitare, mi guarderò bene dal dire alcunché.
Continuerò a trascorrere molto tempo invece di fronte a opere di artisti morti e sepolti, perché così sono sicura che un Matisse, che credo sia il mio pittore preferito, non verrà mai a chiedermi 'ma perché ti piace il mio nudo blu?' al quale dovrei rispondere 'che stupida domanda, perché è blu, chiaro' e lui potrebbe rispondermi 'no, zuccona, è per l'asimmetria'. Umpf!
Insomma, i morti qualcosa di buono ce l'hanno. Non possono più interferire.

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