Dunque è successo questo.
Da un po' di tempo a questa parte ho una lettrice, che non è un'amica, non è una parente, è una che appartiene al mondo, quello che in teoria dovrebbe leggere i miei libri e decidere di poterli buttare nel fuoco senza pensarci due minuti.
L'ho conosciuta in circostanze piuttosto formali e ci siamo messe a parlare della mia scrittura, così lei mi ha chiesto di farle leggere i miei libri perché dice di essere una divoratrice di libri. Ecco, io già mi stupisco che qualcuno possa decidere di leggerli i miei libri, lei non solo lo fa, ma sul secondo si è presa la briga di dirmi tutto quello che pensava senza peli sulla lingua, di sottolineare pregi e difetti e aveva anche attaccato una serie di post it per segnalarmi i refusi.
Confesso che mi sono sentita molto strana, il giorno in cui, davanti a una scrivania, lei col mio libro in mano, diceva cosa le fosse piaciuto e cosa no. Perché ho capito che un lettore non pensa tutto quello che penso io rispetto a un mio libro e anche che a un lettore possono piacere cose che a me piacciono meno e anche il contrario, ho capito che un lettore si può affezionare a un personaggio che io non credevo così forte e si può anche imbizzire col finale, come è successo a lei. Io spesso provavo a dire 'Sì, ma...' perché ho capito anche che di fronte alla spietatezza, giusta, di un lettore, il mio libro vorrei difenderlo fino alla morte, ma non è possibile, perché lì, per la prima volta, ho capito che il libro non era più mio, ma di chi lo leggeva e che il lettore è libero di pensare cosa vuole e se ne frega del mio intento, perché ognuno troverà cose diverse e saranno le sue, non le mie. È stata una prova durissima, ma anche bellissima.
Lei a quel punto ha detto che voleva leggere tutti i miei libri e allora le ho mandato il primo, che amo profondamente, ma mi sento molto insicura rispetto al fatto che qualcuno nel mondo possa amarlo. Del resto mi stupisco sempre che a qualcuno piacciano i miei libri e so che questa porzione della mia testa dovrei cambiarla.
Oggi, via mail, mi è arrivato il responso sul primo. Dice che le è piaciuto anche più del secondo. Allora, pochi minuti fa, stavo scrivendo, ma ho mollato tutto e sono andata a riprenderlo, era tantissimo che non lo facevo e ho riletto il primo capitolo e mi ha emozionato moltissimo.
Ora, la domanda che mi faccio è: se il primo le è piaciuto più del primo, vuol dire che sto scendendo verso le tenebre?
E perché altri mi hanno detto il contrario?
E perché alcuni mi hanno detto che non era il mio genere?
E perché ad alcuni piacciono delle cose e ad altri ne piacciono altre?
E come si fa a rimanere in equilibrio in mezzo a tutte queste opinioni?
E chi dovrei ascoltare? E quando? E come?
Insomma, come si fa?
Insomma, questa roba è bella, ma fa anche venire un mucchio di dubbi, oltre a quelli che ho già.
Credo che l'unica cosa da fare sia andare avanti senza ascoltare nessuno. Cosa che, essendo cocciuta e forse anche un po' prepotente, mi riesce piuttosto bene, però un po' di turbe ce le ho, lo confesso.
Da un po' di tempo a questa parte ho una lettrice, che non è un'amica, non è una parente, è una che appartiene al mondo, quello che in teoria dovrebbe leggere i miei libri e decidere di poterli buttare nel fuoco senza pensarci due minuti.
L'ho conosciuta in circostanze piuttosto formali e ci siamo messe a parlare della mia scrittura, così lei mi ha chiesto di farle leggere i miei libri perché dice di essere una divoratrice di libri. Ecco, io già mi stupisco che qualcuno possa decidere di leggerli i miei libri, lei non solo lo fa, ma sul secondo si è presa la briga di dirmi tutto quello che pensava senza peli sulla lingua, di sottolineare pregi e difetti e aveva anche attaccato una serie di post it per segnalarmi i refusi.
Confesso che mi sono sentita molto strana, il giorno in cui, davanti a una scrivania, lei col mio libro in mano, diceva cosa le fosse piaciuto e cosa no. Perché ho capito che un lettore non pensa tutto quello che penso io rispetto a un mio libro e anche che a un lettore possono piacere cose che a me piacciono meno e anche il contrario, ho capito che un lettore si può affezionare a un personaggio che io non credevo così forte e si può anche imbizzire col finale, come è successo a lei. Io spesso provavo a dire 'Sì, ma...' perché ho capito anche che di fronte alla spietatezza, giusta, di un lettore, il mio libro vorrei difenderlo fino alla morte, ma non è possibile, perché lì, per la prima volta, ho capito che il libro non era più mio, ma di chi lo leggeva e che il lettore è libero di pensare cosa vuole e se ne frega del mio intento, perché ognuno troverà cose diverse e saranno le sue, non le mie. È stata una prova durissima, ma anche bellissima.
Lei a quel punto ha detto che voleva leggere tutti i miei libri e allora le ho mandato il primo, che amo profondamente, ma mi sento molto insicura rispetto al fatto che qualcuno nel mondo possa amarlo. Del resto mi stupisco sempre che a qualcuno piacciano i miei libri e so che questa porzione della mia testa dovrei cambiarla.
Oggi, via mail, mi è arrivato il responso sul primo. Dice che le è piaciuto anche più del secondo. Allora, pochi minuti fa, stavo scrivendo, ma ho mollato tutto e sono andata a riprenderlo, era tantissimo che non lo facevo e ho riletto il primo capitolo e mi ha emozionato moltissimo.
Ora, la domanda che mi faccio è: se il primo le è piaciuto più del primo, vuol dire che sto scendendo verso le tenebre?
E perché altri mi hanno detto il contrario?
E perché alcuni mi hanno detto che non era il mio genere?
E perché ad alcuni piacciono delle cose e ad altri ne piacciono altre?
E come si fa a rimanere in equilibrio in mezzo a tutte queste opinioni?
E chi dovrei ascoltare? E quando? E come?
Insomma, come si fa?
Insomma, questa roba è bella, ma fa anche venire un mucchio di dubbi, oltre a quelli che ho già.
Credo che l'unica cosa da fare sia andare avanti senza ascoltare nessuno. Cosa che, essendo cocciuta e forse anche un po' prepotente, mi riesce piuttosto bene, però un po' di turbe ce le ho, lo confesso.
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