Voglio pubblicare un libro di racconti. Eh eh!
Prima dovresti scriverli, i racconti.
Uffa, che noiosa!. Sempre col naso infilato negli stupidi cavilli.
Quelli che chiami stupidi cavilli sarebbero la materia fondamentale, come dire che vuoi fare un viaggio in macchina senza avere l'auto.
Io non voglio fare punti viaggi in auto, tanto per cominciare.
Era un esempio.
Un esempio stupido. E comunque bisogna pensare in grande e avere sguardi lunghissimi. Il tuo non supera nemmeno la palpebra, rimane appiccicato lì.
Sì, puoi anche avere le ampie vedute, puoi vedere un grattacielo se vuoi, ma per costruirlo devi partire dal primo mattoncino e poi il secondo e così via.
Oh, ma sei fissata con l'edilizia! Perché non hai fatto la costruttrice invece di rompere le scatole a me?
Perché romperti le scatole è estremamente costruttivo.
Perché io invece vedo che l'unica cosa che riesci a fare è distruggere le mie giornate? I miei entusiasmi, i miei voli, la mia voglia di fare, di andare oltre...
La tua voglia di fare?
Sì, quella. Parte dalle idee e se tu me le smorzi, mi passa. Ecco perché non faccio mai niente, è tutta colpa tua. Ad esempio, se tu non fossi intervenuta stupidamente, come sempre, forse sarei già a scrivere un racconto da mettere nel mio libro e invece ora mi è passata la voglia.
Tutte le scuse sono buone per te.
Senti scriteriata, ma questa presunta attività di costruzione perché vuoi farla proprio qui, in casa mia?
Perché sei una fannullona.
Ehi, vacci piano con gli insulti, stregaccia malefica!!!
Tu non fai altro.
Io posso farlo, perché sono in casa mia e qui faccio come mi pare. Tu non puoi, perché non sei in casa tua, ma mia, quindi non fai come ti pare. Se vuoi fare come ti pare e lanciarmi qualche insulto, allora te ne devi andare da un'altra parte e io sono disposta a farmi insultare dalla mattina alla sera pur di averti fuori dai piedi. Che mezzo preferisci prendere, treno, automobile, aereo? E che non ti venga in mente che ti faccia salire sul mio aeroplanino. Non ci metterai mai piede, che me lo inquini con la tua molesta presenza.
Nessuno te l'ha chiesto.
Bene, tanto non ti ci avrei fatto salire.
Perché non vai a scrivere un racconto?
Intanto perché, come ti ho già detto, mi hai sciupato l'entusiasmo, cosa criminale e poi lo vedi come non capisci niente? Perché non vai a scrivere un racconto? Bla bla bla. Cosa credi, che sia come andare a fare la spesa? Perché non vai a comprare un litro di latte? Uguale per te, eh? Scervellata.
Quindi cosa vorresti fare?
Uscire a fare due passi, prendere un cappuccino e vedere se mi piove in testa l'ispirazione giusta. È così che funziona.
È così che pensano gli stolti come te, ma io sono qui per farti rinsavire.
Ne faccio a meno grazie.
Io no.
Ehi, cosa stai facendo?
Ti lego e la porta l'ho chiusa a chiave. Ora stai qui e scrivi.
Sei un mostro diabolico, e io ti odio. Senti un po', ma tu non soffri di qualche allergia letale, tipo alle fragole, ai kiwi, alle pesche, alla puntura di un calabrone giallo, qualunque cosa, così me la procuro.
No, non soffro di alcuna allergia. Scrivi e zitta.
Sai che faccio allora? Sto qui e non scrivo.
Fai come ti pare, ma intanto stai qui, così capisci che l'ispirazione non è come la mela di Newton.
Cosa hai contro quella mela?
Niente, ma a te non cascherà in testa nessuna mela.
Neppure la voglio una mela in testa, bifolca, che credo faccia anche male. Che ti cada a te una mela in testa.
Va bene, tu intanto stai qui.
Ti ucciderò prima o poi, fosse l'ultima cosa che faccio.
Prima dovresti scriverli, i racconti.
Uffa, che noiosa!. Sempre col naso infilato negli stupidi cavilli.
Quelli che chiami stupidi cavilli sarebbero la materia fondamentale, come dire che vuoi fare un viaggio in macchina senza avere l'auto.
Io non voglio fare punti viaggi in auto, tanto per cominciare.
Era un esempio.
Un esempio stupido. E comunque bisogna pensare in grande e avere sguardi lunghissimi. Il tuo non supera nemmeno la palpebra, rimane appiccicato lì.
Sì, puoi anche avere le ampie vedute, puoi vedere un grattacielo se vuoi, ma per costruirlo devi partire dal primo mattoncino e poi il secondo e così via.
Oh, ma sei fissata con l'edilizia! Perché non hai fatto la costruttrice invece di rompere le scatole a me?
Perché romperti le scatole è estremamente costruttivo.
Perché io invece vedo che l'unica cosa che riesci a fare è distruggere le mie giornate? I miei entusiasmi, i miei voli, la mia voglia di fare, di andare oltre...
La tua voglia di fare?
Sì, quella. Parte dalle idee e se tu me le smorzi, mi passa. Ecco perché non faccio mai niente, è tutta colpa tua. Ad esempio, se tu non fossi intervenuta stupidamente, come sempre, forse sarei già a scrivere un racconto da mettere nel mio libro e invece ora mi è passata la voglia.
Tutte le scuse sono buone per te.
Senti scriteriata, ma questa presunta attività di costruzione perché vuoi farla proprio qui, in casa mia?
Perché sei una fannullona.
Ehi, vacci piano con gli insulti, stregaccia malefica!!!
Tu non fai altro.
Io posso farlo, perché sono in casa mia e qui faccio come mi pare. Tu non puoi, perché non sei in casa tua, ma mia, quindi non fai come ti pare. Se vuoi fare come ti pare e lanciarmi qualche insulto, allora te ne devi andare da un'altra parte e io sono disposta a farmi insultare dalla mattina alla sera pur di averti fuori dai piedi. Che mezzo preferisci prendere, treno, automobile, aereo? E che non ti venga in mente che ti faccia salire sul mio aeroplanino. Non ci metterai mai piede, che me lo inquini con la tua molesta presenza.
Nessuno te l'ha chiesto.
Bene, tanto non ti ci avrei fatto salire.
Perché non vai a scrivere un racconto?
Intanto perché, come ti ho già detto, mi hai sciupato l'entusiasmo, cosa criminale e poi lo vedi come non capisci niente? Perché non vai a scrivere un racconto? Bla bla bla. Cosa credi, che sia come andare a fare la spesa? Perché non vai a comprare un litro di latte? Uguale per te, eh? Scervellata.
Quindi cosa vorresti fare?
Uscire a fare due passi, prendere un cappuccino e vedere se mi piove in testa l'ispirazione giusta. È così che funziona.
È così che pensano gli stolti come te, ma io sono qui per farti rinsavire.
Ne faccio a meno grazie.
Io no.
Ehi, cosa stai facendo?
Ti lego e la porta l'ho chiusa a chiave. Ora stai qui e scrivi.
Sei un mostro diabolico, e io ti odio. Senti un po', ma tu non soffri di qualche allergia letale, tipo alle fragole, ai kiwi, alle pesche, alla puntura di un calabrone giallo, qualunque cosa, così me la procuro.
No, non soffro di alcuna allergia. Scrivi e zitta.
Sai che faccio allora? Sto qui e non scrivo.
Fai come ti pare, ma intanto stai qui, così capisci che l'ispirazione non è come la mela di Newton.
Cosa hai contro quella mela?
Niente, ma a te non cascherà in testa nessuna mela.
Neppure la voglio una mela in testa, bifolca, che credo faccia anche male. Che ti cada a te una mela in testa.
Va bene, tu intanto stai qui.
Ti ucciderò prima o poi, fosse l'ultima cosa che faccio.
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