Lo devo proprio dire, ma il terzo talpa libro mi sembra un po' noiosino.
Quel che non so è se l'effetto noioso è dovuto al tipo di lavoro che non ho voglia di fare, al fatto che non posso ascoltare la musica mentre lo faccio, al fatto che scrivere è molto più divertente che riscrivere.
Te lo dico, è la prima che hai detto e non credere che non lo veda che ogni tre per due scappi per venire a scrivere qui.
Io non l'avevo chiesto a te, impicciona, stavo parlando fra me e me. Conosci il termine riflessione? E non sai che è quasi criminale interromperle?
Riflessione? La tua? Tu sei solo una perditempo.
Sono concetti che tu non puoi capire, panciolle, riflessione, contemplazione addirittura.
Contemplazione. Sembra un termine inventato apposta per te, per giustificare la tua nullafacenza. Vai, dammi un esempio di contemplazione, sono curiosa.
Te ne posso dare più di uno, ma tu tanto non capisci niente. Quel giorno che guardavo le farfalline e tu mi disturbavi, era un momento di alta contemplazione. Guardare una nuvola che muta la sua forma, sentendosi parte di un tutto, è contemplazione. Anche fissare la gommina della mia matitina rosa è contemplazione.
Insomma, tutte le volte che ti distrai e smetti di fare quello che stai facendo.
Esatto. Quello che tu chiami distrazione è qualcosa di molto più alto, scriteriata.
Ma oggi non dovevi scrivere tutto il giorno per ritrovarti e tutte quelle scemenze che hai detto poc'anzi?
Infatti sto scrivendo tutto il giorno, beh quasi tutto, e anche se scrivo una parolina ogni ora, è pur sempre tutto il giorno. Ora ti racconto un aneddoto. Un giorno il signor Joyce stava scrivendo. A un certo punto un suo amico entrò nella stanza e lo trovò in uno stato di prostrazione, con la testa tutta abbandonata sulla scrivania e preoccupato gli chiese se si sentisse poco bene. Il signor Joyce scosse il testolone sulla scrivania. 'Allora è per la scrittura che sei in questo stato pietoso', disse il suo amico e lui fece capire (non so bene come, perché non ero presente) che era proprio quello il motivo. Il suo amico, che lo conosceva e gli voleva bene allora capì e chiese 'dai, avanti, dimmi, quante paroline hai scritto oggi?' (ci tengo a precisare, che la sua domanda non era posta con lo stesso tono maleducato e indagatore che usi di solito tu, condanna delle mie giornate) e il signor Joyce rispose 'nove' (o forse otto, perché è più bellino) e il suo amico 'caspiterina, ma allora oggi sei andato alla grande, perché allora quel testolone tutto triste e le spalle così curve?' (nota, TT, come si comportano quelli che sostengono e cerca di apprendere qualcosa, ammesso che ti riesca) 'perché non so in che ordine metterle' risponde lo sconsolato. Capisci TT come funziona il mondo?
Stiamo parlando di Joyce. Non vorrai mica paragonarti a lui?
No davvero, scervellata, io non mi paragono proprio a nessuno, men che meno al signor Joyce. Lo vedi come sragioni? Perché hai un cervello così minuscolo e una sensibilità inesistente?
Le nove o otto parole di Joyce valgono quanto cinquanta pagine delle tue.
Questo lo dici tu, distruttrice degli altrui lavori. Invece una mia parolina vale esattamente quanto una del signor Joyce e mi vergogno di me stessa per essere scesa su questo bassissimo piano di discussione. Sparisci, annientatrice dei cervelli altrui.
Come si fa ad annientare un cervello inesistente?
Ti darò una dimostrazione pratica annientando te, all'istante. SPARISCI!!!
Quel che non so è se l'effetto noioso è dovuto al tipo di lavoro che non ho voglia di fare, al fatto che non posso ascoltare la musica mentre lo faccio, al fatto che scrivere è molto più divertente che riscrivere.
Te lo dico, è la prima che hai detto e non credere che non lo veda che ogni tre per due scappi per venire a scrivere qui.
Io non l'avevo chiesto a te, impicciona, stavo parlando fra me e me. Conosci il termine riflessione? E non sai che è quasi criminale interromperle?
Riflessione? La tua? Tu sei solo una perditempo.
Sono concetti che tu non puoi capire, panciolle, riflessione, contemplazione addirittura.
Contemplazione. Sembra un termine inventato apposta per te, per giustificare la tua nullafacenza. Vai, dammi un esempio di contemplazione, sono curiosa.
Te ne posso dare più di uno, ma tu tanto non capisci niente. Quel giorno che guardavo le farfalline e tu mi disturbavi, era un momento di alta contemplazione. Guardare una nuvola che muta la sua forma, sentendosi parte di un tutto, è contemplazione. Anche fissare la gommina della mia matitina rosa è contemplazione.
Insomma, tutte le volte che ti distrai e smetti di fare quello che stai facendo.
Esatto. Quello che tu chiami distrazione è qualcosa di molto più alto, scriteriata.
Ma oggi non dovevi scrivere tutto il giorno per ritrovarti e tutte quelle scemenze che hai detto poc'anzi?
Infatti sto scrivendo tutto il giorno, beh quasi tutto, e anche se scrivo una parolina ogni ora, è pur sempre tutto il giorno. Ora ti racconto un aneddoto. Un giorno il signor Joyce stava scrivendo. A un certo punto un suo amico entrò nella stanza e lo trovò in uno stato di prostrazione, con la testa tutta abbandonata sulla scrivania e preoccupato gli chiese se si sentisse poco bene. Il signor Joyce scosse il testolone sulla scrivania. 'Allora è per la scrittura che sei in questo stato pietoso', disse il suo amico e lui fece capire (non so bene come, perché non ero presente) che era proprio quello il motivo. Il suo amico, che lo conosceva e gli voleva bene allora capì e chiese 'dai, avanti, dimmi, quante paroline hai scritto oggi?' (ci tengo a precisare, che la sua domanda non era posta con lo stesso tono maleducato e indagatore che usi di solito tu, condanna delle mie giornate) e il signor Joyce rispose 'nove' (o forse otto, perché è più bellino) e il suo amico 'caspiterina, ma allora oggi sei andato alla grande, perché allora quel testolone tutto triste e le spalle così curve?' (nota, TT, come si comportano quelli che sostengono e cerca di apprendere qualcosa, ammesso che ti riesca) 'perché non so in che ordine metterle' risponde lo sconsolato. Capisci TT come funziona il mondo?
Stiamo parlando di Joyce. Non vorrai mica paragonarti a lui?
No davvero, scervellata, io non mi paragono proprio a nessuno, men che meno al signor Joyce. Lo vedi come sragioni? Perché hai un cervello così minuscolo e una sensibilità inesistente?
Le nove o otto parole di Joyce valgono quanto cinquanta pagine delle tue.
Questo lo dici tu, distruttrice degli altrui lavori. Invece una mia parolina vale esattamente quanto una del signor Joyce e mi vergogno di me stessa per essere scesa su questo bassissimo piano di discussione. Sparisci, annientatrice dei cervelli altrui.
Come si fa ad annientare un cervello inesistente?
Ti darò una dimostrazione pratica annientando te, all'istante. SPARISCI!!!
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