Comincio dalle meno belle e che avevo tenuto per me, per apparire perfetta, cosa che non sono affatto. Per fortuna? (questa è una cosa che dicono gli sfigati, che la perfezione non serve).
In queste mattine sono a casa anziché a scuola di danza perché sono riuscita a sbizzellare con tutti anche lì, anzi peggio, un paio di giorni fa era appena cominciato il centro, quando io ho raccolto la mia borsa, lasciato la sala di danza e non ci sono più tornata.
Del resto che dopo la presentazione mi fossi trasformata in Paperino non è una novità.
Mia mamma, (alla quale mi sono guardata bene dal raccontare l'accaduto), strana coincidenza, lo stesso giorno al telefono mi ha detto che aveva sentito un oroscopo che diceva che ne avevo piene le tasche di tutto e che avrei fatto bene a fare delle belle bizzelle. Non c'era bisogno che me lo suggerisse l'oroscopo. Aggiungo che invece il mio oroscopista di fiducia avrebbe detto che bisogna essere del tutto indifferenti alle opinioni buone o cattive degli altri. Lui sa tutto.
Le opinioni c'entrano perché il motivo per cui mi sono infuriata è che mentre la mia insegnante mi spiegava delle cose sulle braccia, due mie compagne sghignazzavano senza ritegno accanto al pianoforte. Ascoltavo l'insegnante mentre sentivo la rabbia che mi montava dentro. L'ho sentita partire dalle dita dei piedi, raggiungere le ginocchia, poi la pancia, poi il collo e poi esplodermi nel cervello. Quando era appena arrivata lì, nel cervello e io, che prendo sempre tutto maledettamente sul serio, e questo tutto non ha eccezioni, stavo comunque continuando a mettere in pratica la correzione, una delle due spiritose si è avvicinata sghignazzando per spiegarmi, scusandosi un po', che stavano ridendo dei miei pantaloncini bagnati di sudore. Beh, la mia rabbia era lì nel cervello. Ho avuto solo il tempo di guardarle tutte e due, di dire 'non siete divertenti e non mi fate ridere neanche un po'', poi di tentare di rimettermi a fare l'esercizio, quando qualcuno si è impossessato di me, mi ha fatto afferrare la borsa e uscire dalla sala. Fare la doccia e essere fuori in dieci minuti è stato un tutt'uno.
Per tutto il percorso fino a casa sono felice che nessuno mi abbia fermato neppure per chiedermi un'informazione, perché avrei potuto uccidere.
Il pomeriggio poi non è stato bellino e è trascorso tra messaggi whatsup di una delle due specialmente che si scusava e stava male per l'accaduto, io che mi scusavo a mia volta per l'accaduto, con la mia insegnante e tutta questa roba qui. Ma questi sono i messaggi, sinceri certo, ma poi dentro è tutta un'altra storia.
Cosa cavolo è andato a ripescare il mio Paperino per farmi fare una cosa del genere? Non lo so. Fatto sta che a lezione non ci sono ancora tornata. Però non sto male, mi sento tranquilla, anche con loro e fra un po' ci tornerò, ma non so quanto sia questo po'. Oggi no, infatti sono qui.
Del resto come dicono quelli che non ricordo chi siano, bisogna accettarsi come siamo e non giudicarsi. Mi fanno molto comodo questi qui.
La cosa bellina è che ieri ho fatto stampare i miei libri numero tre e numero quattro. Mi ero dimenticata l'emozione di vederli stampati su dei fogli di carta, due non uno. Ora sono sul tappeto affiancati, una pila un po' più alta. Scritti. Da rileggere e riscrivere.
Ma la notizia bruttina è che sono lì ma non posso toccarli.
Non posso mollare il quinto e devo riscrivere il passato.
Come si può notare le notizie belle e quelle brutte si rincorrono così a stretta distanza che a momenti non riesco neppure a capire quali siano davvero quelle belle e quali quelle bruttine e se sia il caso di fare una distinzione del genere.
In queste mattine sono a casa anziché a scuola di danza perché sono riuscita a sbizzellare con tutti anche lì, anzi peggio, un paio di giorni fa era appena cominciato il centro, quando io ho raccolto la mia borsa, lasciato la sala di danza e non ci sono più tornata.
Del resto che dopo la presentazione mi fossi trasformata in Paperino non è una novità.
Mia mamma, (alla quale mi sono guardata bene dal raccontare l'accaduto), strana coincidenza, lo stesso giorno al telefono mi ha detto che aveva sentito un oroscopo che diceva che ne avevo piene le tasche di tutto e che avrei fatto bene a fare delle belle bizzelle. Non c'era bisogno che me lo suggerisse l'oroscopo. Aggiungo che invece il mio oroscopista di fiducia avrebbe detto che bisogna essere del tutto indifferenti alle opinioni buone o cattive degli altri. Lui sa tutto.
Le opinioni c'entrano perché il motivo per cui mi sono infuriata è che mentre la mia insegnante mi spiegava delle cose sulle braccia, due mie compagne sghignazzavano senza ritegno accanto al pianoforte. Ascoltavo l'insegnante mentre sentivo la rabbia che mi montava dentro. L'ho sentita partire dalle dita dei piedi, raggiungere le ginocchia, poi la pancia, poi il collo e poi esplodermi nel cervello. Quando era appena arrivata lì, nel cervello e io, che prendo sempre tutto maledettamente sul serio, e questo tutto non ha eccezioni, stavo comunque continuando a mettere in pratica la correzione, una delle due spiritose si è avvicinata sghignazzando per spiegarmi, scusandosi un po', che stavano ridendo dei miei pantaloncini bagnati di sudore. Beh, la mia rabbia era lì nel cervello. Ho avuto solo il tempo di guardarle tutte e due, di dire 'non siete divertenti e non mi fate ridere neanche un po'', poi di tentare di rimettermi a fare l'esercizio, quando qualcuno si è impossessato di me, mi ha fatto afferrare la borsa e uscire dalla sala. Fare la doccia e essere fuori in dieci minuti è stato un tutt'uno.
Per tutto il percorso fino a casa sono felice che nessuno mi abbia fermato neppure per chiedermi un'informazione, perché avrei potuto uccidere.
Il pomeriggio poi non è stato bellino e è trascorso tra messaggi whatsup di una delle due specialmente che si scusava e stava male per l'accaduto, io che mi scusavo a mia volta per l'accaduto, con la mia insegnante e tutta questa roba qui. Ma questi sono i messaggi, sinceri certo, ma poi dentro è tutta un'altra storia.
Cosa cavolo è andato a ripescare il mio Paperino per farmi fare una cosa del genere? Non lo so. Fatto sta che a lezione non ci sono ancora tornata. Però non sto male, mi sento tranquilla, anche con loro e fra un po' ci tornerò, ma non so quanto sia questo po'. Oggi no, infatti sono qui.
Del resto come dicono quelli che non ricordo chi siano, bisogna accettarsi come siamo e non giudicarsi. Mi fanno molto comodo questi qui.
La cosa bellina è che ieri ho fatto stampare i miei libri numero tre e numero quattro. Mi ero dimenticata l'emozione di vederli stampati su dei fogli di carta, due non uno. Ora sono sul tappeto affiancati, una pila un po' più alta. Scritti. Da rileggere e riscrivere.
Ma la notizia bruttina è che sono lì ma non posso toccarli.
Non posso mollare il quinto e devo riscrivere il passato.
Come si può notare le notizie belle e quelle brutte si rincorrono così a stretta distanza che a momenti non riesco neppure a capire quali siano davvero quelle belle e quali quelle bruttine e se sia il caso di fare una distinzione del genere.
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