In questi giorni che dovevano essere di riflessione, anche se non ho riflettuto molto, ho avuto una visione. Mica bellina.
Ho visualizzato la mia rabbia e ho capito perché mi parte sempre dai piedi.
È un essere strisciante, di colore rosso cupo, con gli occhi infuocati e degli spunzoni sulla testa, di forma piramidale che credo gli escano direttamente dal cervello. La faccia è tonda e le orecchie un po' a punta e piuttosto larghe. Ha la bocca, ma non sorride, la tende in un ghigno insopportabile. Si avvicina raso raso al suolo (e la prima cosa che trova sono i miei piedi), con la testa dritta e il mento che sfiora la terra, mi guarda fisso. Il corpo si mimetizza col pavimento, perché non è solido, è come quello di un fantasma, a tratti si intravede, ma è come un fumo, rossastro anch'esso. Credo che il mostro abbia la facoltà di farlo apparire e sparire a suo piacimento. Non credo gli serva granché, la sua brutta faccia è più che sufficiente.
Dopo aver visualizzato questo ectoplasma facciuto ho capito che non mi fa paura. Può essere brutto quanto vuole, mi lascia indifferente.
Inoltre, se voglio, posso trasformare la sua faccia e farne quel che voglio.
Come fosse di gomma.
Naturalmente questo è la mia visione in uno stato di calma, ovvio che posso farne quel che mi pare.
Ma quando entra nei piedi è già troppo tardi, il mostro si è avvicinato in modo subdolo e una volta entrato non posso più manipolarlo.
In pratica la fase prima, quella fase di latenza che mi sarebbe utile per dominarlo, mi sfugge completamente. Come dire che la mia visione è inutile.
Un mio personaggio ha cercato di lavorare proprio su questa roba qui. Io ho sperato in lei, che ce la facesse a capire come fare, ma quando il libro è finito non mi pareva avesse fatto molti progressi su quel fronte, proprio come me. Forse contare sui miei personaggi perché mi risolvano la vita, è un po' troppo.
Ma io amo le imprese impossibili.
Che gusto c'è in quelle possibili?
Anche questa è una stupidaggine che dico quando le cose mi vanno storte.
Ho visualizzato la mia rabbia e ho capito perché mi parte sempre dai piedi.
È un essere strisciante, di colore rosso cupo, con gli occhi infuocati e degli spunzoni sulla testa, di forma piramidale che credo gli escano direttamente dal cervello. La faccia è tonda e le orecchie un po' a punta e piuttosto larghe. Ha la bocca, ma non sorride, la tende in un ghigno insopportabile. Si avvicina raso raso al suolo (e la prima cosa che trova sono i miei piedi), con la testa dritta e il mento che sfiora la terra, mi guarda fisso. Il corpo si mimetizza col pavimento, perché non è solido, è come quello di un fantasma, a tratti si intravede, ma è come un fumo, rossastro anch'esso. Credo che il mostro abbia la facoltà di farlo apparire e sparire a suo piacimento. Non credo gli serva granché, la sua brutta faccia è più che sufficiente.
Dopo aver visualizzato questo ectoplasma facciuto ho capito che non mi fa paura. Può essere brutto quanto vuole, mi lascia indifferente.
Inoltre, se voglio, posso trasformare la sua faccia e farne quel che voglio.
Come fosse di gomma.
Naturalmente questo è la mia visione in uno stato di calma, ovvio che posso farne quel che mi pare.
Ma quando entra nei piedi è già troppo tardi, il mostro si è avvicinato in modo subdolo e una volta entrato non posso più manipolarlo.
In pratica la fase prima, quella fase di latenza che mi sarebbe utile per dominarlo, mi sfugge completamente. Come dire che la mia visione è inutile.
Un mio personaggio ha cercato di lavorare proprio su questa roba qui. Io ho sperato in lei, che ce la facesse a capire come fare, ma quando il libro è finito non mi pareva avesse fatto molti progressi su quel fronte, proprio come me. Forse contare sui miei personaggi perché mi risolvano la vita, è un po' troppo.
Ma io amo le imprese impossibili.
Che gusto c'è in quelle possibili?
Anche questa è una stupidaggine che dico quando le cose mi vanno storte.
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