Lo ripeto.
O gioia, gaudio e tripudio!!!!
Lo stereuccio è tornato!!!
Stavo per andare a pagare le bollette, attività che mi piace. Sia pagarle che farlo all'ufficio postale, vai a sapere perché. L'unico neo è che, siccome a parte me e altre due o tre persone, nessuno ci va più, ogni volta non faccio neppure in tempo ad aprire il libro che arriva il mio numero. Questo è un po' fastidioso.
Questa piccola divagazione serve a dare un contesto preciso alla mia gioia straordinaria.
Prima di uscire ho preso il telefono per chiamare il negozio e chiedere notizie del mio stereo, ma non ho avuto bisogno di farlo, perché c'era già una loro chiamata e un sms che diceva.
'Lo stereo è pronto. Vieni a riprendertelo'.
E nella perfezione di questa tempistica ho capito che quando i tasselli vanno a posto, non si può fare niente. Anche se si volesse lasciarli in disordine, non ci si riuscirebbe.
Ho portato avanti il programma di bollette, perché c'è un certo gusto nel proseguire nell'ordinario, mentre lo straordinario si sta occupando di noi.
Uscita dall'ufficio postale ho preso un cappuccino e letto anche alcune righe da kindleino, sempre per il suddetto motivo.
E poi mi sono avviata.
Lui, lo stereuccio, era ancora imballato, con la scatola che mi avevano prestato loro. Io la mia l'avevo buttata via perché, come avevo spiegato, era più grande della mia casa.
Lo hanno aperto e mentre il mio cuore palpitava, lui stava immobile, quasi indifferente, perché gli sterei sono fatti così, non si scompongono a meno che non si tratti di suonare un po' di musica.
Mi hanno spiegato in cosa fosse consistita la cura e siccome mi pareva che avessero fatto anche un sacco di cose inutili, il mio unico commento, ingrato lo so, ma dettato da tanta sofferenza, è stato.
'Se avessero fatto meno cose forse sarebbe tornato prima'.
'Tanto era in garanzia'.
Hanno detto loro. Eppure più volte avevo spiegato che non potevo vivere senza il mio stereuccio.
Uno di loro ha anche aggiunto.
'Mai affezionarsi troppo'.
Beh, anche una giornata perfetta ha i suoi piccoli nei. È una necessaria legge di natura.
Poi ho chiamato un taxi perché ci riportasse a casa.
Il tassista aveva molto di che lamentarsi e io, felice, gli davo ragione su tutto.
A un certo punto, mentre parlava, un forte dubbio mi ha aggredito.
'Scusa se ti interrompo (eravamo diventati un po' amici, o almeno così credevo io), ma mi sa che non mi hanno ridato il cavo'.
Lui, che era appena uscito da un ingorgo, ha detto.
'Io lì non ci torno, ci vai domani in bicicletta'.
Come facesse a sapere che ho una bicicletta, è un bel mistero. Anche se pensavo fossimo un po' amici, non gli avevo ancora parlato della mia bici.
'No no, non ci pensavo neanche...'
Mentre era esattamente quel che avrei voluto lui facesse.
Arrivata a casa, nonostante l'orario di chiusura fosse passato, ho chiamato lo stesso.
'Ciao, sono quella dello stereo!'.
(C'è un po' da stupirsi che ancora mi rispondano al telefono).
'Ciao'.
'Il CAVO!' 'È rimasto lì, o forse addirittura da quelli che l'hanno operato!!!'
'Tranquilla, ne abbiamo tanti e comunque è un normalissimo cavo, puoi usarne un altro. Va bene quello del videoregistratore, del lettore cd...'
E ha continuato ad elencare una serie di oggetti che secondo lui sarebbero provvisti di quel cavo. Ho aspettato paziente che finisse e poi ho replicato.
'Questo è l'unico oggetto elettronico presente nella mia dimora'.
'Ah!'
Poi ho sentito il suo cervello che lavorava e di nuovo ho aspettato.
'Un cavo potrei portarmelo dietro, non è un problema, ma dove stai te?'
Ho comunicato il mio indirizzo.
'Mmmm, non ci posso venire lì in macchina...'
'Ti posso raggiungere in bici in qualunque luogo del mondo!'
Mi sono precipitata a dire prima che ci ripensasse. E così abbiamo trovato un accordo per un posto che è a cinque minuti da casa mia e per il quale non ho dovuto neanche prendere la bici.
Mentre aspettavo ero tormentata dall'ansia, perché io non vedo quelli che conosco in macchina, figuriamoci riuscire a riconoscere questo qui, di notte.
Quando stavo per esplodere e non sapevo più cosa fare, l'ho visto venirmi incontro, a piedi.
Il che mi fa capire che la sua macchina non l'ho vista e che è probabile abbia tentato di farmi dei segnali di fumo, prima di rassegnarsi a scendere, attraversare e portarmi l'adorato cavo.
Se il sole che mi acceca e un po' di colpi di tosse devono portarmi delle giornate così, ne voglio in abbondanza tutti i giorni.
Inutile dire che sono guarita.
Credo grazie alla terapia magnifica della Montagna incantata. Che genio quel Thomas.
Ma ancora di più grazie all'emozione felice, perché non c'è niente di meglio per guarire da ogni malanno e questa mi basterà per i prossimi dieci anni.
Con il sole mi sono già scusata.
Lo stereuccio l'ho baciato e per evitare che si ammali di nuovo, gli farò dieci carezzine al giorno.
Oggi, però, venti.
Inoltre lo lascerò acceso tutta la notte, a cullare il mio sonno e i miei sogni.
Esistono davvero giorni talmente perfetti da commuovermi.
Quando lo dico io che le bizzelle servono.
O gioia, gaudio e tripudio!!!!
Lo stereuccio è tornato!!!
Stavo per andare a pagare le bollette, attività che mi piace. Sia pagarle che farlo all'ufficio postale, vai a sapere perché. L'unico neo è che, siccome a parte me e altre due o tre persone, nessuno ci va più, ogni volta non faccio neppure in tempo ad aprire il libro che arriva il mio numero. Questo è un po' fastidioso.
Questa piccola divagazione serve a dare un contesto preciso alla mia gioia straordinaria.
Prima di uscire ho preso il telefono per chiamare il negozio e chiedere notizie del mio stereo, ma non ho avuto bisogno di farlo, perché c'era già una loro chiamata e un sms che diceva.
'Lo stereo è pronto. Vieni a riprendertelo'.
E nella perfezione di questa tempistica ho capito che quando i tasselli vanno a posto, non si può fare niente. Anche se si volesse lasciarli in disordine, non ci si riuscirebbe.
Ho portato avanti il programma di bollette, perché c'è un certo gusto nel proseguire nell'ordinario, mentre lo straordinario si sta occupando di noi.
Uscita dall'ufficio postale ho preso un cappuccino e letto anche alcune righe da kindleino, sempre per il suddetto motivo.
E poi mi sono avviata.
Lui, lo stereuccio, era ancora imballato, con la scatola che mi avevano prestato loro. Io la mia l'avevo buttata via perché, come avevo spiegato, era più grande della mia casa.
Lo hanno aperto e mentre il mio cuore palpitava, lui stava immobile, quasi indifferente, perché gli sterei sono fatti così, non si scompongono a meno che non si tratti di suonare un po' di musica.
Mi hanno spiegato in cosa fosse consistita la cura e siccome mi pareva che avessero fatto anche un sacco di cose inutili, il mio unico commento, ingrato lo so, ma dettato da tanta sofferenza, è stato.
'Se avessero fatto meno cose forse sarebbe tornato prima'.
'Tanto era in garanzia'.
Hanno detto loro. Eppure più volte avevo spiegato che non potevo vivere senza il mio stereuccio.
Uno di loro ha anche aggiunto.
'Mai affezionarsi troppo'.
Beh, anche una giornata perfetta ha i suoi piccoli nei. È una necessaria legge di natura.
Poi ho chiamato un taxi perché ci riportasse a casa.
Il tassista aveva molto di che lamentarsi e io, felice, gli davo ragione su tutto.
A un certo punto, mentre parlava, un forte dubbio mi ha aggredito.
'Scusa se ti interrompo (eravamo diventati un po' amici, o almeno così credevo io), ma mi sa che non mi hanno ridato il cavo'.
Lui, che era appena uscito da un ingorgo, ha detto.
'Io lì non ci torno, ci vai domani in bicicletta'.
Come facesse a sapere che ho una bicicletta, è un bel mistero. Anche se pensavo fossimo un po' amici, non gli avevo ancora parlato della mia bici.
'No no, non ci pensavo neanche...'
Mentre era esattamente quel che avrei voluto lui facesse.
Arrivata a casa, nonostante l'orario di chiusura fosse passato, ho chiamato lo stesso.
'Ciao, sono quella dello stereo!'.
(C'è un po' da stupirsi che ancora mi rispondano al telefono).
'Ciao'.
'Il CAVO!' 'È rimasto lì, o forse addirittura da quelli che l'hanno operato!!!'
'Tranquilla, ne abbiamo tanti e comunque è un normalissimo cavo, puoi usarne un altro. Va bene quello del videoregistratore, del lettore cd...'
E ha continuato ad elencare una serie di oggetti che secondo lui sarebbero provvisti di quel cavo. Ho aspettato paziente che finisse e poi ho replicato.
'Questo è l'unico oggetto elettronico presente nella mia dimora'.
'Ah!'
Poi ho sentito il suo cervello che lavorava e di nuovo ho aspettato.
'Un cavo potrei portarmelo dietro, non è un problema, ma dove stai te?'
Ho comunicato il mio indirizzo.
'Mmmm, non ci posso venire lì in macchina...'
'Ti posso raggiungere in bici in qualunque luogo del mondo!'
Mi sono precipitata a dire prima che ci ripensasse. E così abbiamo trovato un accordo per un posto che è a cinque minuti da casa mia e per il quale non ho dovuto neanche prendere la bici.
Mentre aspettavo ero tormentata dall'ansia, perché io non vedo quelli che conosco in macchina, figuriamoci riuscire a riconoscere questo qui, di notte.
Quando stavo per esplodere e non sapevo più cosa fare, l'ho visto venirmi incontro, a piedi.
Il che mi fa capire che la sua macchina non l'ho vista e che è probabile abbia tentato di farmi dei segnali di fumo, prima di rassegnarsi a scendere, attraversare e portarmi l'adorato cavo.
Nei ringraziamenti, è mancato poco che mi mettessi in ginocchio.
Dunque.Se il sole che mi acceca e un po' di colpi di tosse devono portarmi delle giornate così, ne voglio in abbondanza tutti i giorni.
Inutile dire che sono guarita.
Credo grazie alla terapia magnifica della Montagna incantata. Che genio quel Thomas.
Ma ancora di più grazie all'emozione felice, perché non c'è niente di meglio per guarire da ogni malanno e questa mi basterà per i prossimi dieci anni.
Con il sole mi sono già scusata.
Lo stereuccio l'ho baciato e per evitare che si ammali di nuovo, gli farò dieci carezzine al giorno.
Oggi, però, venti.
Inoltre lo lascerò acceso tutta la notte, a cullare il mio sonno e i miei sogni.
Esistono davvero giorni talmente perfetti da commuovermi.
Quando lo dico io che le bizzelle servono.
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