Thursday, March 17, 2016

La trasformazione.

Il risultato non è quello che volevo, ma lui del resto ha detto che Parigi 2016 ha i capelli così.
'Quelli che dici tu andavano due anni fa'.
Come si fa a resistere a tale argomentazione? Come ci si può rifiutare di avere i capelli alla Parigi 2016?
E anche se negli ultimi tempi quando si pensa a Parigi i pensieri non corrono esattamente al taglio dei capelli, è bello sentirle restituire un po' di leggerezza.
Ma andiamo per gradi.
Dopo le riflessioni notturne ho creduto opportuno fare un piccolo sondaggio.
Sono arrivata a scuola di danza e ho chiesto alle due amiche che erano nello spogliatoio.
'Sentite, secondo voi dovrei tagliarmi i capelli?»
All'unisono hanno risposto e quasi urlato.
'Sì!!!'.
Ecco, per quanto sia bello sentirsi togliere ogni dubbio in modo così deciso, non mi sarebbe dispiaciuto sentire un velo di esitazione nella loro risposta e un paio di minuti per guardarmi bene e pensarci. Ma ormai era fatta.
Una di loro da tempo mi consigliava un super parrucchiere.
'È bravissimo, taglia i capelli alle attrici, alle modelle, alle bellezze più stratosferiche della terra!'.
Ehm...
Tale prodigio si trova per l'appunto sulla strada che mi porta a casa e che io percorro più volte al giorno, sia in bici che a piedi. Nonostante questo, non mi ero mai accorta ci fosse un parrucchiere. Di tale levatura poi.
Tornando dalla lezione ho deciso di fare un sopralluogo. Ho parcheggiato la bici sul marciapiede e sono entrata, salendo una scala che si arrotola su se stessa.
Come mi ha detto poi colei che me li ha lavati e asciugati, quello è un regno e quando si varca quella soglia, tutto cambia.
Me ne sono accorta, poi. Ma quando ho parcheggiato la bici ancora non lo sapevo. Come tutte le volte, poco prima di entrare nei regni.
Spingo la porta a vetri e mi vengono incontro in due o tre, non ricordo bene, perché da questo momento è tutto un po' annebbiato.
Ora che ci penso, probabilmente spargono vapori magici nell'aria.
L'unica impassibile e indifferente è quella che siede al banchetto di fronte alla porta. A lei, è evidente, della scena che si svolge sotto i suoi occhi, non importa un fico secco. Ne deve aver viste milioni.
'ehm, io avrei una mezza intenzione di tagliarmi i capelli... ma non so... devo capire un po' di cose...'
Le ragazze si sbracciano per chiamare il tagliatore.
Che arriva e proclama, toccandomi i capelli.
'qual è il problema? Qui facciamo questo, tagliamo i capelli'
'Sì, io volevo sapere se si poteva fare qualcosa di bellino...'
'hai dei capelli meravigliosi, ti si fa un taglio meraviglioso e giovane. Ti facciamo meravigliosa'.
Il tono non era lezioso né affettato, ma sicuro, quasi brusco, il che dimostra che sono maestri anche nell'arte di ammaliare.
Qualche minuto dopo mi stavano lavando i capelli.
Non c'era nessuno, quindi tutte le attrici ieri dovevano essere a girare film per il mondo e le modelle a Parigi a sfilare.
Mi porgono una serie di cataloghi per scegliere il taglio.
Ne scelgo alcuni in modo preciso e metodico, tenendo il segno fra le pagine.
La ragazza dice 'hai proprio studiato'.
Naturalmente. Ma in realtà avevo anche cercato sul cellulare l'immagine della Witch, tanto i capelli li volevo così, non dovevo preoccuparmi di niente.
Poi, dopo lavaggio, chiacchiere, convenevoli vari e qualche risata, arriva lui, il tagliatore. Si siede su una poltroncina con le ruote e si muove con quella.
Gli mostro le immagini e poi apro il disegno della Witch.
'però io li voglio così'.
Lui ignora la Witch e anche tutte quelle che avevo scelto dal catalogo e ne apre una tutta sua.
Faccio la domanda che doveva decidere del mio futuro su quella sedia.
'è perché è un fumetto che non la considera?'
'sapessi quanti tagli ho preso dai manga, ma non hai un capello giapponese, non si può fare'.
In effetti non ce l'ho un capello giapponese e la sua risposta mi ha inchiodato definitivamente sulla sedia.
'faccio questo, sta bene al tuo viso. Hai degli occhi meravigliosi, che vanno evidenziati. Invece lo zigomo è importante...'
L'uso di quell'invece avversativo mi ha suggerito che i miei zigomi a Parigi avrebbero qualche problemuccio.
'quindi li lasciamo qui così, poi facciamo così bla bla bla...'
'ora io non parlo più perché taglio'.
Ha dichiarato poi e si è ammutolito.
Zac zac zac zac.
Ho chiuso gli occhi e stavo quasi per addormentarmi quando ho sentito.
'ecco. Dove li portiamo, a destra o sinistra?'
'io veramente li porto sempre nel mezzo'
'sbagliato. La divisa nel mezzo abbassa. Perché vuoi sembrare più bassa?'
Già, perché?
'con questo ciuffo sugli occhi non vedo niente'
'qual è il problema? Tu non devi guardare, devi farti guardare'
'Ah ecco, non ci avevo pensato...'
In due minuti quindi hanno risolto anche il mio problema di cecità di una vita.
'però qui ci vuole un po' di trucco'
'ehm, vengo da una lezione... sono un po'... beh, in realtà non mi trucco mai.
'sbagliato'
Ecco.
Poi chiama la tipa.
'asciuga così e lasciami questo ciuffo davanti, perché deve decidere se li vuole corti qui o no'
'no, ho già deciso non li voglio corti, sto malissimo con questa specie di frangia e poi non la so governare...'
Andato.
Lei asciuga e sorride. 
'belli, mi piacciono (dice), la frangia in effetti è complicata. noi li facciamo come vogliamo e vedrai che poi piacciono anche a lui...'
Le ultime parole famose.
A lavoro ultimato il tagliatore si avvicina, e la mano con le forbici (in effetti credo che lui in realtà sia Edward mani di forbice) taglia i capelli sulla fronte e sfronda qua e là secondo un misterioso criterio.
Poi dichiara.
'questi occhi si devono vedere e il cambiamento va fatto fino in fondo. Senza cambiamento non nasce neppure una farfalla'.
Quindi mi sono sentita responsabile di tutte le farfalle del mondo.
'io non li so governare questi capelli. Quando li lavo se non vengono vi telefono'.
Dichiaro.
'questi capelli vanno da soli, ti ci ho inserito il pilota automatico. E quando davanti si allungano non fare come quelle donne che prendono le forbici e tagliano. Vieni qui e io te li ritocco, hai un abbonamento al ritocco a vita'.
Alla fine di questa esperienza mistica mi sono alzata e in effetti ero un'altra.
'non mi dai soddisfazione - ha detto lui - ma te lo leggo dentro che ti piacciono. Però ci vuole un po' di trucco. Io ce l'ho messa tutta, ma mica posso fare tutto io. È stato un onore tagliarti i capelli'
E si è dileguato.

Tornata a casa ero turbata. Volevo essere una Witch, volevo vedermi femminile e invece ero di nuovo un folletto pieno di riccioli.
La sera però, prima di uscire per andare al cine con una mia amica, mi sono truccata, cambiata, messa degli orecchini giganteschi e guardata nello specchio e mi sono vista fichissima. Mi ci sono vista talmente che mentre facevo smorfie davanti allo specchio ho pensato che un paio di tacchi male non ci sarebbero stati.
Ho anche pensato che un taglio così non l'avevo mai avuto e che forse è il più bello di sempre.
La trasformazione, in effetti, era avvenuta.

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