Monday, March 28, 2016

Zone insidiose.

Essendo giorno festivo, il treno che prendo di solito, dopo pranzo, è stato eliminato. Suppongo sia per permettere al macchinista di mangiare quanto vuole senza rischiare di addormentarsi sui binari mentre guida, quindi non mi posso neanche imbizzire e il non poterlo fare mi fa imbizzire ancora di più.
Stamattina pioveva e anche questo mi ha fatto imbizzire, perché non avevo qui il mio impermeabilino blu. Inoltre la pioggia mi ha costretto a scendere dall'amaca e ha fatto scappare tutte le farfalline, dandola vinta, indirettamente, a quella scellerata di TT. Ma tanto la sua fine si avvicina.
A causa di questi contrattempi non mi è rimasta altra scelta che iniziare un nuovo libro, anche perché avevo finito anche il racconto, almeno credo, perché non lo so mai se i racconti siano veramente finiti, come non lo so dei libri. Forse semplicemente a un certo punto mi stufo e li faccio finire.
Iniziare un nuovo libro è sempre insidioso, perché mi innervosisce, cosa che, su un soggetto talposo, è pericoloso. Come appiccare il fuoco su un mucchietto di dinamite.
Così mi sento quando inizio un libro.
Perché sono ancora attaccata a quello precedente e di quello nuovo, per le prime pagine, tutto mi snerva.
Ma a questo fuoco ci devo passare in mezzo, ormai lo so, cercando di sbruciacchiarmi meno possibile, e cercando di ignorare i dubbi, lo sconforto, la paura, la sfiducia, il senso di estraniamento, di scomodità, l'inquietudine, l'irrequietezza, il nervosismo profondo già menzionato che mi farebbe venire voglia di lanciare il computer chissà dove.
Sì è un nervosismo di quelli della peggior specie, che corre a fior di pelle, talmente veloce che perfino i vestiti addosso mi danno fastidio. Che sto seduta ma vorrei stare in un altro posto che non ho idea di quale potrebbe essere. È uno stato che non mi fa stare. Da nessuna parte. Che è complicato, perché da qualche parte bisogna pur stare.
Ma so che nonostante tutte queste controindicazioni, è una fase che va affrontata e che non c'è migliore momento e luogo per affrontarla che questo, la casina pacifica. E poi qualcosa mi dice che iniziarli qui i miei libri, porti bene, anche se nello specifico portare bene significa semplicemente uscire da questa zona minata. Quindi muovere una manciata di passi avanti, senza troppa cautela, anzi correndo perché è il modo migliore per scansarle tutte.
Siccome poi sta uscendo un po' di sole e il macchinista sta mangiando i cannelloni, un giro in bici non me lo leva nessuno. A patto di uscire prima dalla zona insidiosa, perché è una cosa che devo fare qui e ora, anche se non mi sento né qui né ora, ma a quanto pare non c'è altro modo per poterci tornare.

No comments:

Post a Comment